sabato 23 agosto 2008

La sagra dei megapixels

Eh sì, l'era del digitale e del marketing piu sfrenato ha portato in ogni casa e con ogni mezzo possibile fotocamere compatte, microscopiche, a scomparsa, ultraslim, leggere quanto una bic e con tecnologia che avrebbe fatto impallidire kubrick e tutto lo staff di 2001 odissea nello spazio. Hal 9000 compreso.
E noi, da buoni polli, siamo stati capaci di credere a tutto, tutto quello che ci hanno propinato quegli spot tartassanti e frenetici, tant'è che oramai una fotocamera non si giudica più sulla base dell'affidabilità di fornire un risultato (quanto meno) decente e stabile in ogni condizione; no tutto si riconduce alla classica, fatidica, banale, orripilante domanda: quanti megapixels ha?

E così tu un bel giorno, nel bel mezzo di un servizio fotografico, ti ritrovi con la tua bella reflex digitale a dover far fronte alle domande più assurde poste dai curiosi attorno a te: come mai non si vede niente (quasi sempre si riferiscono alla possibilità di riprendere tramite un lcd affidabile quanto una Duna in una parigi-dakar)? - quanto zoom ha? - e poi la fatidica domanda, quanti megapixels ha?!

Purtroppo però ti accorgi che difficilmente puoi far qualcosa, oramai i megapixels sono entrati nel DNA della gente ed è diventato l'unico metro di paragone, insieme (sigh) alla visione delle foto su monitor, magari con crop al 100% piuttosto che su supporto cartaceo.
E nonostante il fatto inconfutabile che i 6mpx del tuo sensore APS-C i 12mpx della sua compattina se li mangia a colazione, per la gente sei rimasto il solito obsoleto sfigato che inquadra ancora dal mirino in una macchina fotografica con 6mpx.

Ma qual è il problema di fondo? Semplicemente che questa corsa ai megapixels è arrivata dalle compattine e sta pian piano prendendo piede come l'edera un po' dappertutto, finanche ad arrivare ai dorsi digitali. E per dorsi digitali intendo quelle scatole costose che contengono un sensore grande quanto una figurina panini.
E sì, perche dopo aver versato tonnate di megapixels sui sensori microscopici delle compatte si è arrivati a far lo stesso prima sulle reflex 35mm e poi sui dorsi digitali.
A questo punto qualcuno potrebbe dire: e cosa c'è di male? Oh, niente, se non fosse che il possessore di una compatta con una risoluzione di 10 milioni di pixel difficilmente andrà oltre il formato 20x30 di stampa, molto piu probabilmente non le stamperà neanche e quasi sicuramente le rivedrà su di una tv, tv che nella migliore delle ipotesi non riuscirà a far cogliere la differenza fra una foto da quattro milioni di pixels e una da dieci. Molto probabilmente però gli stessi possessori si accorgeranno subito quanto sia controproducente usare una compatta del genere di notte, quando si ritroveranno una foto fatta con alti iso con tantissimo rumore, e quello sì che si vede tutto in tv come su carta.

Ma passiamo al mercato delle reflex e dei dorsi. Si è arrivati a sfornare reflex da 21mpx (se i rumors diventano fondati, si arriverà ad avere reflex da 24mpx) su sensore full frame, 10mpx su sensori 4/3, 12mpx su sensori APS-C e ben 60mpx sui dorsi. Anche qui ci si pone la stessa domanda, ma a che diavolo serviranno mai tutto sti fotodiodi? E non sono il solo a chiederselo; se lo chiede anche un mio caro amico virtuale, un "tal" Ludovico Fossà, un professionista che quotidianamente usa dorsi digitali su medio formato e banco ottico.

Abbiamo ragionianato un po' con i numeri prendendo in esempio il non plus ultra in fatto di risoluzione, i dorsi per il medio formato. I produttori maggiori sono kodak e dalsa, il primo ne ha sfornato uno da 50mpx e il secondo uno da 60mpx. Visti in termini di pixel sembrerebbe che la differenza di uno rispetto all'altro sia enorme e ancor di piu rispetto ad un dorso da 16mpx o da 39, peccato che quando si ragiona in termini di area e/o dimensioni effettive da file beh allora le cose iniziano a prendere la dimensione giusta.

Queste sono le dimensioni in area ricoperta di alcuni sensori per medio formato (se ci cliccate su la gif da statica diventerà dinamica). In Rosso la dimensione del file necessaria per un poster 6X3 stampato a 30ppi; in Verde la dimensione del file necessaria per un manifesto 100X140 stampato a 120ppi; in Giallo la dimensione del file necessaria per un A3 stampato a 300ppi.E allora ci siamo richiesti a cosa diamine servirà un sensore da 50mpx? Semplice mi risponde Ludovico: un sensore da 50mpx è inutilmente esuberante,
sono attrezzi che servono a riportare a distanza congrua (come ai tempi della pellicola almeno dal punto di vista commerciale) le Medio Formato dall'ormai troppo concorrenziale Piccolo Formato.
Con i software di sviluppo dei file RAW attualmente in dotazione ai dorsi digitali, tuttavia, si possono ottenere interpolazioni anche del 200% senza un significativo decadimento dell'immagine.
Io sono un felicissimo possessore di un dorso Hasselblad da 16 "miseri" MegaPixel, e con quella risoluzione riesco a fare tutto.
Ma il vero vantaggio di questi dorsi sta nella straordinaria gamma dinamica e nella qualità generale del file. La risoluzione, sopra un certo limite è, secondo me, inutile.
Vi lascio trarre le opportune conclusioni, magari dopo aver visto cosa un sensore da soli 16mpx mf possa tirar fuori...
Ah un'altra cosa, nel qual caso non si fosse capito :D... al dettaglio, alla risoluzione piu sfrenata io risponderei con ampia gamma dinamica!

giovedì 21 agosto 2008

Un panorama su Verona

Durante l'anno è difficile trovare da queste parti delle giornate di sole davvero terse, tipiche del dopo temporale o di giorni di vento. E così quando queste arrivano è meglio approfittarne e cogliere l'occasione di fotografare scorci di paesaggio che avresti voluto fotografare già parecchio tempo fa, ma che per le condizioni ambientali sfavorevoli non sei riuscito mai a farlo.
E perchè non realizzare panoramiche? Ancghe se sul momento si è sprovvisti di treppiedi, al ritorno a casa ci sarà un sw che ti permetterà di fare automaticamente il lavoro più delicato e difficile di allineamento delle foto.
La panoramica qui mostrata (cliccare sull'immagine per visualizzare una versione a maggiore risoluzione) è stata realizzata appunto dall'unione di 7 scatti verticali effettuati con il formidabile 70-200mm f/4L IS (in questo caso con stabilizzatore disattivato), tutti a mano libera (senza cavalletto quindi), ed allineati in Photoshop grazie alla funzione Photomerge con metodo di solo riposizionamento, evitando la fusione delle foto, in modo che i singoli scatti mantenessero la loro identità, posizionati su singoli layer. Io personalmente preferisco, infatti, intervenire manualmente sulla fusione delle immagini, con l'utilizzo di Layer Mask, apportando, se necessario, qualche micro aggiustamento di posizione e di correzione colore sulle singole foto, nel caso in cui vi siano delle piccole differenze di tonalità tra gli scatti, al fine di omogeneizzare meglio il tutto.
La scelta della focale medio-lunga (70mm; se avessi potuto avrei anche utilizzato una focale più lunga, ma sarebbe diventato troppo complicato, con la cattura, sempre a mano libera, di una seconda fila di scatti necessari a comprendere il cielo con quelle belle nuvole) è derivata dalla volontà di schiacciare i piani prospettici, altrimenti il piccolo Santuario della Madonna di Lourdes in alto a sinistra (e qui a fianco in un crop al 100%) sarebbe apparso troppo distante e piccole, tanto da perdersi totalmente nel resto dell'immagine.
Le dimensioni finali dell'immagine risultano pari a13096 x 4375 pixel, pari ad una stampa a 300dpi di 110 x 37 cm, con ampi margini di ulteriore ingrandimento Naturalmente il dettaglio risulta incredibile, come evidenziato dai crop al 100% a lato (che soddisfazione! :-)).
Unico rammarico rimane quel fiume Adige così poco riflettente e pulito, ma la coincidenza di un cielo così fotograficamente perfetto e terso ed un fiume altrettanto attraente è un evento raro da vedere :-)
Dati di scatto: Canon 5D, 70-200mm f/4L USM IS @ 70mm, 1/800s, f/9, iso200.

martedì 19 agosto 2008

Omaggio a Strobist

Strobist, il blog mantenuto da David Hobby dedicato all'utilizzo di flash distaccati dalla fotocamera e attivati a distanza, è indubbiamente diventato un importante punto di riferimento nel web per chi vuole ottenere ottimi risultati con poche risorse, "semplicemente" facendo lavorare il cervello (da cui il motto originale "less gear, more brain, better light"), imparando il comportamento della luce e la sua gestione ed ingegnandosi nel costruire modificatori e quant'altro senza spendere cifre esorbitanti.
La foto a lato, da me realizzata qualche tempo fa, vuole essere un omaggio proprio al blog di Mr. Strobist. Lo stesso tema è stato trattato nei più svariati e fantasiosi modi da diversi lettori di Strobist e a tal proposito su flickr esiste un intero gruppo dedicato al soggetto: un utile e divertente modo per mettersi alla prova e mettere in pratica alcune delle tecniche imparate leggendo Strobist.
La foto è stata realizzata (non in modo tanto semplice, vista la solita irriverenza e poca collaborazione della modella a sinistra della foto :-) con l'uso di 3 flash esterni: 1 flash per illuminare il portatile e la tazza, posto ad una distanza di circa un metro e mezzo, un altro per illuminare il mio volto e quello della modella alla mia destra (ed utile anche per catturare la sua attenzione), sparato contro un foglio bianco, utilizzato a mo' di pannello riflettente, appoggiato allo schermo del portatile spento, ed un altro flash con applicato un gel color rosso per lo sfondo, sparato al muro bianco posto dietro i soggetti.
Al fine di ottenere un ambiente tendente al blu è bastato settare il bilanciamento del bianco su Tungsteno (rifinendolo in post sul raw), ed applicare un gel color arancio al flash rivolto ai visi. In tal modo il color arancio del gel viene neutralizzato dal bilanciamento del bianco su Tungsteno ed i volti risultano nella loro tonalità naturale.

domenica 10 agosto 2008

La luce che fa la differenza













E' innegabile che ciò che può far la differenza tra uno scatto riuscito ed un altro inguardabile è la luce. E spesso non vi sono rimedi di post produzione utili a compensare la mancanza di luce
E' il caso di questa scatto: uno splendido panorama sulla città ed una panchina che sembra messa apposta per una bella foto. "Peccato" che la panchina sia in ombra (ai fotografi poco importa la frescura degli alberi, se questi inficiano la riuscita di uno scatto :-).
Niente di meglio allora che tirar fuori i flash per cercare di mettere a posto tutto.













In questo caso la luce principale origina da un flash Nikon SB-26 posto su uno stativo appena a destra della camera, comandato da un Elinchrom Skyport, mentre la luce di contorno è data da un altro SB-26 (sempre su stativo) più distante, a sinistra della camera, settato in slave mode e di cui si vede il leggero alone a sinistra della foto. La potenza dei flash è stata configurata in manule. In definitiva è bastato prima di tutto esporre la scena sulla base del panorama dello sfondo e quindi, in seconda battuta, aggiustare la potenza dei flash con un paio di tentativi valutati grazie all'LCD della fotocamera (potenza del digitale!).
A quel punto è venuta la parte più difficile: trovare il momento giusto perchè la modella fosse più collaborativa allo scopo di ritornare a casa con lo scatto giusto :-).













Dati di scatto: Canon 5D + 70-200 f/4L IS @ 116mm, 1/160s, f/16, iso200; Nikon SB-26 @ 1/2 di potenza.

giovedì 7 agosto 2008

La reflex che non si guarda allo specchio

Dopo la foga dei "megapicselsls", dopo l'urgenza del "laiviù", dopo la "necessitàdamarketing" del riconoscimento dei volti dementi :-), ora è l'ora dello specchio. E per specchio non intendo quello a cui tutti siamo abituati a pensare, ma proprio allo specchio delle reflex.
Un po' tutte le case ci stavano pensando e alla fine sono arrivati loro per primi, la coppia piu bella del mondo: miss Olympus & mr Panasonic. Ma cosa hanno mai fatto di tanto nuovo? Semplice: hanno eliminato lo specchio reflex in una reflex creando cosi di fatto una macchina fotografica meno ibrida di una Sony R1, ma anche meno reflex di una reflex, realizzando di fatto una (ex) reflex di minor spessore. Ovviamente il sensore è sempre quello 4/3.
Cosa porta con se questa "novità"?
- meno ingombro e peso da parte delle nuove micro 4/3;
- minor diametro per gli obiettivi (che ovviamente a parità di focali saranno piu piccoli) ;
- aumento dei contatti elettronici per la comunicazione obiettivo-corpo;
- mirino elettronico (sperando che sia all'altezza) :(
- si potrà facilmente passare dalla modalità filmato a quella fotografica;
- i "vecchi" obiettivi per il 4/3 standard potranno essere montati con un adattatore.

In pratica avremo una macchina fotografica ad ottiche intercambiabili, con dimensioni, peso e funzioni da compatta e una qualità da reflex. Posso dirlo? Azzardo? Quasi una telemetro digitale, vista l'assenza di un sistema reflex, ma con un mirino (bleah) elettronico.
Ora ad Olympus non resta che sfornare un po' di ottiche veramente luminose, compatte, magari piu economiche, che consentano ai 4/3sti di avere una più ristretta pdc. Se poi aumenta la qualità ad alti iso allora sì che sarebbe una gran bella cosa, molto piu che una reflex senza specchio reflex o un 4/3 con sensore stabilizzato. Imho.

mercoledì 30 luglio 2008

Adobe Lightroom 2

Dopo il periodo di beta testing, è stata finalmente rilasciata la versione definitiva di Adobe Lightroom 2.
Tra le numerose novità vi sono lo strumento Brush che permette ritocchi locali di correzione dell'esposizione, di contrasto, saturazione, clarity e sharpening semplicemente dipingendo in aree specifiche dell'immagine, con possibilità di successive ridefinizione e modifiche delle stesse aree di selezione.
Sono inoltre stati introdotti i profili di camera, che emulano il risultato dei differenti settaggi di conversione del raw in camera, potendo comunque essere ulteriormente personalizzati. Tali profili di camera sono scaricabili dal sito Adobe Labs (http://labs.adobe.com)insieme al DNG editor di profili.

martedì 29 luglio 2008

Panoramiche: le dimensioni

Le panoramiche risultano divertenti anche per le dimensioni che riescono a raggiungere in stampa. La foto pubblicata nel post precedenterisulta avere una risoluzione di 12135 x 3038, pari a 1 metro x 25 cm di una stampa a 300dpi. E l'altezza sarebbe potuta essere anche maggiore se gli scatti fossero stati eseguiti in verticale o fossero stati fatti 2 o 3 scatti in colonna, con ulteriore aumento della visulae di campo. Pensate a quanto splendido può essere appendere o su una parete di casa un bel poster di tali dimensioni, se non più grande, senza alcuna perdita di dettaglio.
A tal proposito, ecco in basso un crop al 100% della stessa panoramica, tratto dal punto in alto in corrispondenza della striscia arancione sulla superficie del mare, determinata dal lampione che non è visibile nell'immagine completa a bassa risoluzione.
Risulta così evidente ciò che una panoramica può nascondere all'interno dell'a foto (come al solito cliccare sull'immagine per visualizzarla nelle sue dimensioni reali).

Le panoramiche

Uno dei generi fotografici che vale la pena provare almeno una volta nella vita, giusto per sperimentare quanto può diventare divertente immortalare paesaggi, è quello dei panorami, caratterizzato dall'unione in fila di più scatti effettuati in orizzontale e/o verticale allo scopo di ritrarre la più ampia visuale di campo possibile.
Un cavalletto risulta generalmente essenziale per tale genere di foto, anche se non strettamente necessario nel caso in cui la luce sia tale da permettere tempi brevi.
Nel caso specifico di questa foto sono stati necessari 5 scatti in orizzontale, uniti in post grazie all'utile ed efficace funzione di Photoshop "Photomerge". Il numero di scatti necessari allo scopo è naturalmente correlato anche alla distanza focale che si sta utilizzando: più lunga è la focale, maggiore sarà il numero di scatti da effettuare. L'unione tra gli scatti, posti in Photoshop su singoli layer, è stata poi rifinita mediante l'utilizzo di maschere e dello strumento Clone.
Dati di scatto: Canon 5D, Canon 24-70mm f/2.8L @ 34mm, 3,2s @ f/20, iso 100.